
L’avresti mai detto che la sostenibilità ambientale in Italia dipende anche (o dovrebbe dipendere) dal turismo e dalla moda? I viaggi che facciamo e la maniera in cui ci vestiamo vanno infatti a influenzare, in positivo o in negativo, l’ambiente che ci circonda, migliorandone le condizioni o, al contrario, aggravando il problema dell’inquinamento.
Probabilmente non ci hai mai pensato, eppure è così: ogniqualvolta vai in vacanza o acquisti un capo firmato rischi di danneggiare seriamente l’ambiente, a meno che tu non ti attenga ad alcuni sani principi ecologici, che vado a spiegarti nell’articolo di oggi. Il mio obiettivo è infatti quello di aprirti gli occhi su una tematica spesso sottovalutata, che ha a che fare con i mezzi che usiamo per spostarci e i materiali di cui ci serviamo per vestirci.
Ma non solo: come avrai modo di scoprire, i materiali rivestono un’importanza non da poco anche nell’ambito delle case in cui viviamo. Prima di arrivarci, tuttavia, lascia che ti spieghi perché due settori apparentemente ininfluenti come il turismo e la moda rivestono in realtà un’importanza grandissima a livello ambientale.
L’importanza di viaggiare preservando la sostenibilità ambientale
Molte delle problematiche ambientali cui dobbiamo far fronte dipendono anche da una maniera errata di viaggiare. Fermo restando che quando vai in vacanza hai tutto il diritto di staccare la testa e smettere di pensare, puoi farlo anche con il turismo sostenibile, vale a dire un modo di viaggiare che mira al rispetto e alla valorizzazione del territorio in cui ti rechi, evitando di provocare un impatto negativo.
Del resto, non ci vuole molto: quando è possibile, sarebbe meglio preferire il treno all’aereo, adattarsi alla cultura locale e, soprattutto, scegliere una sistemazione che sia il più possibile ecosostenibile. Fortunatamente, poiché i problemi ambientali in Italia sono sempre più sentiti, al giorno d’oggi sono ben 7,5 milioni le persone che hanno abbracciato il turismo sostenibile e, tra i esse, figurano soprattutto i giovani.
Del resto, non è certo un mistero il fatto che siano proprio le nuove generazioni a essere maggiormente consapevoli dell’importanza della sostenibilità ambientale in Italia, il che le porta a mantenere un comportamento più corretto e responsabile anche quando sono in vacanza.
Basandoci su alcuni dati raccolti dall’Osservatorio di Lifegate, sembra che, mentre nel 2015 a conoscere il turismo sostenibile era solo il 14% degli italiani, nel 2020 questa percentuale è salita al 40%. Gli stessi valori sono riscontrabili anche quando si tratta di acquistare una vacanza sostenibile che, pur costando di più, sta riscuotendo un interesse sempre maggiore.
Infine, se nel 2015 era solo una persona su 100 a organizzare vacanze di questo tipo, nel 2020 siamo saliti a 15: un numero che dimostra che, nonostante la strada da percorrere sia ancora lunga, è già possibile ravvisare un notevole miglioramento.
Questa sensibilità ambientale legata agli spostamenti, tuttavia, non deve valere soltanto quando andiamo in vacanza, ma essere applicata ogniqualvolta ci muoviamo, anche (e soprattutto) quando ci troviamo in città.
Come muoversi a favore della sostenibilità ambientale
Alla vigilia dell’Expo 2015, il concetto di “mobilità sostenibile” era noto soltanto a 16 italiani su 100. 4 su 10 concordavano sull’importanza di limitare il traffico dei mezzi a motore nelle città, guadagnando spazio per la realizzazione di piste ciclabili.
Altrettante persone, tuttavia, facevano presente che un progetto di questo tipo avrebbe potuto provocare dei disagi ai cittadini, e quasi nessuno aveva presente il concetto di “auto elettrica”, che allora si trovava ancora in fase embrionale.
Oggi, per fortuna, sono cambiate tante cose. Oltre a diffondersi sempre di più i sistemi di sharing, che coinvolgono svariati mezzi, sono stati ottimizzati anche i processi di mobilità urbana, permettendo alle persone che vivono nei grandi centri di raggiungere la loro destinazione sfruttando i vari mezzi di trasporto che il tragitto mette loro a disposizione: dall’autobus al monopattino.
Va da sé, ovviamente, che questi risultati non valgono purtroppo per i paesi e le piccole città, sebbene l’obiettivo sia quello di arrivare a coprire anch’essi. Nell’attesa che ciò avvenga, è comunque possibile acquistare un’auto elettrica o ibrida, visto e considerato che, già nel 2020, solo in Europa è stato venduto ben 1 milione di automobili elettriche e ibride plug-in.
Dalla moda alla casa: l’influenza dei materiali sulla sostenibilità ambientale in Italia
Come ti ho anticipato nell’introduzione, il problema dell’inquinamento non è legato soltanto a come ci muoviamo, ma anche a come ci vestiamo o, per meglio dire, ai materiali di cui sono fatti i nostri vestiti. Del resto, non è un segreto che brand molto famosi abbiano ormai definitivamente abbracciato il concetto di sostenibilità ambientale, al punto che i capi in pelliccia vera sono stati definitivamente banditi (ed era pure ora!).
Si comincia a proporre infatti abiti fashion realizzati con fibre naturali come il lino e la canapa, che vengono coltivati con un quantitativo minimo di acqua e senza alcuna sostanza chimica. Ciò nonostante, sotto questo aspetto la strada da fare è ancora lunga, in quanto i capi sostenibili rappresentano a tutt’oggi un baluardo per pochi eletti, anche in virtù dei loro prezzi elevati.
L’uso dei materiali naturali, ad ogni modo, non si applica soltanto alla moda, ma abbraccia (o dovrebbe abbracciare) il nostro stile di vita a 360°.
Se i vestiti sono la nostra “seconda pelle” ed è importante che ci lasci traspirare e che non contenga sostanze tossiche e che abbia un impatto minimo sull’ambiente, la nostra casa possiamo considerarla la “terza pelle” ed è altrettanto importante che continui ad avere le stesse caratteristiche.
La sostenibilità in Italia, del resto, non passa soltanto attraverso il modo di viaggiare o di vestire, ma dipende anche da dove scegliamo di vivere e dal tipo di casa che ci facciamo costruire, visto e considerato che la cosiddetta “edilizia tradizionale” è responsabile del:
- 42% del consumo di energia;
- 35% delle emissioni di gas serra;
- 50% del consumo delle materie prime;
- 30% del consumo di acqua;
- 30% della produzione di rifiuti.
Ecco perché vivere in una casa fabbricata secondo i criteri della bioedilizia rappresenta la migliore soluzione possibile per stroncare sul nascere dati di questo tipo. Le nostre case in paglia, in particolare, sono composte esclusivamente da materiali 100% naturali: in primis la paglia, ma anche il legno, la terra cruda, la calce, il sughero, il bambù e le fibre di canapa, rappresentando così una risorsa concreta ed efficace contro i principali problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta.
Tutto parte dalla loro costruzione: un processo che avviene senza inquinare, né impattare negativamente sull’ambiente circostante.
Dato che svolgo la professione di BIOarchitetto da oltre 13 anni, sono ormai consapevole dell’importanza di adottare uno stile di vita più etico e sostenibile, in linea con i principi della bioedilizia e con il desiderio di vivere in un mondo migliore: più sano e meno inquinato.
Ecco perché m’impegno costantemente a divulgare quanto sia importante optare per una soluzione abitativa di questo tipo: una casa in paglia e legno costruita interamente con materie prime naturali che, in quanto tale, non impatta negativamente su un ambiente già duramente provato dall’inquinamento.
Se desideri conoscere meglio questa realtà e abbracciare uno stile di vita più sostenibile, t’invito a visionare gratuitamente il mio video di approfondimento di 50 minuti, all’interno del quale soddisfo tutte le tue possibili curiosità sulle case in paglia. E, dopo averlo visto, sarai libero di contattarmi per progettare la tua personale casa sostenibile!
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