
“La storia ci giudicherà per quello che facciamo oggi. Le future generazioni devono godere dello stesso Pianeta vivibile che abbiamo chiaramente dato per scontato”. A pronunciare questa frase, promotrice di una grande verità, non è stato uno scienziato ambientalista, bensì una delle più famose e idolatrate star di Hollywood: Leonardo DiCaprio.
Com’è noto, infatti, l’attore è celebre anche per le sue numerose attività di beneficenza nei confronti dell’ambiente che ci circonda, proprio perché è consapevole del fatto che, sotto questo aspetto, il nostro pianeta non se la passa particolarmente bene.
L’uso del termine “pianeta” è d’obbligo, in quanto è lo stesso DiCaprio a far presente che si tratta di un problema globale, che riguarda tanto gli Stati Uniti quanto il resto del mondo, Italia inclusa. Ed è proprio il nostro paese quello da cui dobbiamo partire, cercando innanzitutto di capire come viene vissuto il problema della sostenibilità ambientale in Italia e cosa stiamo facendo per migliorare la situazione.
Sostenibilità in Italia: una “mission” che comincia da lontano
Quand’è stata la prima volta che hai sentito parlare di “sostenibilità”? Se non te lo ricordi di preciso è perché si tratta di un vocabolo entrato a pieno titolo nella nostra quotidianità, la cui conoscenza viene ormai data per scontata. Ciò nonostante, esiste una data ben precisa alla quale è possibile far risalire la nascita ufficiale di questa parola: si tratta del 1987, anno in cui la Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (Wced) pubblica il cosiddetto “Rapporto Brundtland”, chiamato anche “Our Common Future”.
Questo rapporto è per l’appunto meritevole di aver riassunto, con una definizione molto semplice, l’espressione “sostenibilità”, affermando che: “Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri”. Un concetto apparentemente molto chiaro, ma di fatto assai difficile da mettere in pratica.
Basti pensare a cosa succede al pianeta ogniqualvolta ti riscaldi con il gas, o quando in estate accumuli una marea di bottigliette di plastica per poter bere liberamente in qualsiasi momento della giornata.
Se, da un lato, agendo in questo modo stai semplicemente soddisfacendo i tuoi bisogni primari, dall’altro stai procurando un danno a lungo termine all’ambiente: un danno del quale non sarai tu a pagare le conseguenze, bensì le generazioni che verranno dopo di te.
Capisci anche tu che, vista sotto questo aspetto, la questione assume una prospettiva completamente diversa?
Senza poi dimenticare il fatto che il concetto di sostenibilità dovrebbe essere inteso a 360°, quindi non limitarsi all’ambiente, ma estendersi ad aspetti altrettanto importanti come alimentazione, educazione, salute, giustizia, prosperità, crescita: obiettivi che dovrebbero essere liberamente perseguibili da chiunque.
Questo è il motivo per cui le Nazioni Unite hanno stilato dapprima otto Obiettivi di sviluppo del millennio (validi dal 2000 al 2015, ma raggiunti solo in parte) e, in seguito, 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs), per il raggiungimento dei quali abbiamo ancora tempo, in quanto la loro validità è estesa fino al 2030. Tali concetti, tuttavia, sono molto generali. La domanda cardine è invece un’altra: a che punto sono le problematiche ambientali in Italia?
Problemi ambientali in Italia: a che punto è il nostro paese?
Parlando di sensibilità ambientale, potremmo paragonare l’Italia a un vecchio orso che si sta risvegliando lentamente dal lungo letargo invernale, prendendo coscienza del fatto che il mondo intorno a lui è completamente cambiato: un cambiamento del quale non si è accorto, proprio per il fatto che dormiva.
Vediamo di concretizzare questa metafora con qualche dato concreto (e nient’affatto rassicurante!):
- Il 2018 italiano è l’anno più caldo degli ultimi due secoli, con una media che supera di 1,58° le temperature dei 30 anni precedenti;
- il 29 ottobre 2019 una tempesta con venti che superano i 200 Km/h spazza via i boschi del Veneto e del Trentino;
- il 15 maggio 2019 il nostro paese esaurisce tutte le risorse naturali disponibili per quell’anno;
- il 12 dicembre 2019 l’acqua alta di Venezia raggiunge i 184 cm: una cifra che non si vedeva da oltre cinquant’anni.

Stando così le cose, intervenire a danno fatto non è più sufficiente. Ciò che è necessario, infatti, è agire a livello preventivo, attraverso una massiccia campagna di informazione che aiuti le persone a prendere coscienza della situazione drammatica in cui versa il nostro paese.
Del resto, già nel 2013 l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha cessato di misurare il progresso del paese esclusivamente sotto l’aspetto economico, elaborando un nuovo indice accanto al Prodotto Interno Lordo (PIL). Indice che prende il nome di Benessere equo e sostenibile (Bes) ed è formato da dodici dimensioni (tra le quali spiccano la salute, il paesaggio, le relazioni sociali e l’innovazione) che forniscono un’immagine a 360° della qualità della vita.
Oltre a questo, nel dicembre 2019 la Camera dei Deputati ha ufficialmente dichiarato l’emergenza climatica, mentre concetti come quello del cambiamento climatico e dei principali problemi ambientali che affliggono il nostro paese sono divenuti materia di studio nelle scuole.
Sensibilità ambientale in Italia: i risultati ottenuti finora
Nonostante la strada da percorrere in Italia sia ancora lunga, è giusto sottolineare i risultati che sono già stati ottenuti. Le campagne di informazione messe in atto e gli sforzi congiunti delle istituzioni e degli enti governativi hanno fatto sì che, già nel 2020, il 38% degli italiani si dichiarasse un appassionato sostenitore del tema della sostenibilità, mentre un altro 34% era entrato nella fase d’interesse.
Ma non solo. In concomitanza con le varie manifestazioni pubbliche che sono state fatte per protestare contro i materiali derivati dal petrolio e le tradizionali fonti energetiche che causano inquinamento, si è diffuso un nuovo concetto di “abitare”, legato al fatto che l’inquinamento più subdolo e pericoloso è forse quello provocato dalle nostre case o, quantomeno, da quelle edificate secondo i parametri dell'”edilizia classica”.
Materiali come cemento, polistirolo, lana di roccia, EPS, ecc… sono infatti altamente nocivi non solo per l’ambiente che ci circonda, ma anche e soprattutto per la nostra salute, che a lungo andare ne risente in negativo. Del resto, non ci vuole un genio per capire che abitare tutta la vita in una casa realizzata con questi materiali, respirando H24 i composti che rilasciano nell’aria, non rappresenti esattamente una botta di benessere!
Ecco perché, accanto a tutto quello che si sta già facendo per conseguire un reale traguardo di sostenibilità ambientale, è di fondamentale importanza adottare uno stile di vita più sano anche sotto l’aspetto abitativo, scegliendo di vivere in case ecologiche realizzate con materiali 100% naturali, come la paglia e il legno.
Le case in paglia rappresentano infatti un autentico inno alla sostenibilità, grazie al fatto di essere fabbricate con materie prime prodotte in natura: paglia in primis, ma anche legno, calce, terra cruda, canapa, sughero e fibre vegetali.
Sono anni che mi batto personalmente e professionalmente in maniera attiva sul tema dell’ambiente ed è il motivo per cui sono più di 13 anni che, come BioArchitetto, propongo ai miei committenti delle case davvero ecologiche che fanno bene a loro e anche al pianeta.
In tutti questi anni ho cercato di divulgare il più possibile, rispetto agli strumenti che ho, il fatto che un modo più sostenibile di costruire esiste e purtroppo non è quello più diffuso oggi. L’ho fatto in primis tramite questo sito web che stai leggendo, conferenze in Italia e all’estero e anche come ospite esperto in materia in trasmissioni RAI di approfondimento.
Il modo migliore però per diffondere il mio modo di vedere le cose è stato e rimane indubbiamente quello di progettare e costruire concretamente degli edifici in Vera Bioedilizia e questo riesco a farlo anche e sopratutto grazie a committenti illuminati e sensibili con una visione del futuro più sostenibile.
Prova a immaginare se tutti noi vivessimo nelle case in paglia: sai quanto ne risentirebbe positivamente la nostra salute e quanto migliorerebbero le condizioni del nostro pianeta? Questo è il motivo per cui ho voluto dedicare all’argomento un video di approfondimento di ben 50 minuti, che sei libero di visionare gratuitamente cliccando qui sotto.
About The Author: Michele Ricci
- BioArchitetto specializzato nelle costruzioni in legno e balle di paglia.
- Fondatore di CaseInPaglia.it
- Fondatore di Archética, studio di progettazione sostenibile.
- Vincitore del Premio BAM "Bio Arquitectura Mediteranea" a Barcellona.
- Medaglia di bronzo alle "Olimpiadi della Sostenibilità in edilizia"
- Curatore della rubrica "Architettura & Casa" della testata giornalistica CorriereDelConero.it
- Light-Designer
Vegan e surfista,
guardo e affronto le sfide del XXI secolo con una prospettiva rivolta alla progettazione sostenibile ed uno stile di vita etico
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